ARANCIA DI RIBERA DOP E LA RIBERELLA
di Gianluca Interrante
Per parlare dell’arancia Di Ribera
DOP, conosciuta anche sotto il marchio di ‘riberella’ bisogna fare un salto
indietro nel tempo ed intorno al mondo…….. una storia unica.
Le arance in Sicilia sono arrivate
dall'asia importata dai greci o dai romani, già ai tempi dei romani, l'arancia
amara era sporadicamente presente e documentata. Infatti il nome arancia
proviene dal latino "arantium", cioè fiore d'oro. Con l'arrivo degli
arabi nel nono secolo, la sua coltivazione aumentò in modo più ampio,
soprattutto come pianta decorativa nei giardini e nelle ville della nobiltà.
Gli arabi introdussero in Sicilia anche nuove tecniche di irrigazione che fecero
fare un salto avanti a tutto il settore agroalimentare. Ma l'arancia dolce che
conosciamo oggi venne introdotta in Europa intorno al 400, è documentato che
Vasco De Gama al ritorno da un viaggio dall'Oriente portò una pianta di arance
dolci dalla quale si crede provengano tutte le piante europee. Nella valle del
verdura da tempi immemori vi erano piccole piantagioni di arance amare che
venivano coltivate soprattutto a scopo medicinale, nel 1933 degli agricoltori
Riberesi acquistarono della piante di origine brasiliana, “l’arancio
brasiliano” che piantarono con successo vicino al corso del fiume magazzolo.
Queste arance furono poi innestate con sistema di portinnesto su piante di
arance amare di tradizione millenaria lasciateci dagli arabi, che si erano acclimatata
bene al territorio e erano più resistenti all’alta salinità delle acqua locali.
Nacque cosi una nuova varietà, chiamata oggi “la Riberella” che si coltiva
dagli anni 40. Ma com’è possibile che l’arancia che coltiviamo oggi sia
arrivata dal Brasile? L’arancia arrivata a quel tempo veniva da una cultivar
ombelicata(navel) chiamata ‘selecta’ che nel 1800 fu esportata dai
colonizzatori Portoghesi prima nelle isole Azzorre e poi in Brasile, a Bahia
si modifico per mutazione gemmaria e cominciò ad essere coltivata come Navel,
fonti storiche attestano che già nel 1870 vi erano grandi produzioni questa
mutazione adesso chiamata navel. Quindi poi si presuppone che questa varietà
sia finita a Palermo per essere acquistata nel 1933 da agricoltori riberesi. Un’altra
cultivar anch’essa presente nel consorzio dell’arancia di Ribera è la Navel
Washington, la quale proviene dallo stesso ceppo della navel presente a Bahia.
Nel 1870 l’agronomo William Sauders colpito dalle mutazioni di questa specie di
arancia, ne portò 12 esemplari a Washington per studiarle e coltivarle in
serra. Nel 1873, due di queste piante furono donate alla signora Tibbets, la
quale le portò in California, nello specifico a Riverside. Si presuppone con
quasi assoluta certezza che tutte le varietà di washington navel esistenti nel
mondo provengano da quelle due piante in Riverside dove esiste tutt’oggi un
esemplare che viene considerato il monumento n. 20 dello stato di California.
in Sicilia questa varietà simile al brasiliano che si coltivava già dagli anni
‘40 è arrivata intorno agli anni ’60 e si è affiancata alla coltivazione
presente in modo prepotente.
Il 2011 è stato l’anno del riconoscimento ufficiale, da parte
dell'Unione Europea, di Denominazione di origine protetta (DOP) per le arance
di Ribera e del suo comprensorio, formalizzato e pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale dell'Unione Europea, con il regolamento n.95/2011. Ciò consente alle
arance di Ribera di essere elencate tra i prodotti di eccellenza d'Europa e
come tali di essere tutelati sia a livello nazionale che comunitario, oltre ad
usufruire dei benefici previsti e connessi ai marchi di qualità.
Documentazioni storiche
testimoniano la presenza di agrumi nelle vallate del Verdura già agli inizi
dell'800. Ma a partire dal 1933, prima con la cultivar Brasiliano e poi con il
Washington Navel si ebbe una continua e graduale espansione della coltivazione
degli agrumi lungo le vallate del Verdura, del Magazzolo e del Platani data la
facilità di attingere acqua per l'irrigazione durante i mesi estivi.
Altra testimonianza proviene dagli
" Annali di economia agraria della Sicilia del 1946" (Nunzio
Prestianni), in merito al settore agrumicolo in provincia di Agrigento, dove si
stimava che la superficie vocata all'arancicoltura nel territorio di Ribera si
aggirava attorno ai 950 ettari sino ad interessare i territori vicini e
raggiungere oggi circa 6000 ettari. ( Informazioni dal sito arancediribera.com)
L'arancia di Ribera DOP si
contraddistingue da altre varietà nel mondo per i suoi frutti grossi di colore
arancione, appartengono alla varietà ombelicale, o navel (che significa
ombelico in inglese). Questo fenomeno è dovuto alla sicarpia, cioè la formazione
di un secondo frutto, derivante da un secondo verticillo di capelli. Il
territorio di Ribera, congiuntamente a quello dei paesi limitrofi, rappresenta
il più esteso polo arancicolo di tipo navel che vi sia in Italia.
Nella valle del verdura tra Sciacca
e Ribera esistono varie aziende che producono questi frutti dalla polpa bionda
che sono diventati per Ribera un simbolo, infatti essa è conosciuta come la
Città delle Arance.
Curiosità varie sull’arancia in
Sicilia:
I primi sorbetti creati in Sicilia
furono prodotti dagli arabi nel nono secolo mescolando la neve dell'Etna a
zucchero e succo di arance amare.
Perché le arance rosse sono
abbondantemente nelle colline del monte Etna? E perché la stessa varietà di
arance rosse piantate in pianure Siciliane non diviene rossa ma rimane bionda
all'interno? Questo mistero è dovuto agli antociani che reagiscono a microclima
con forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, gli antociani sono dei
pigmenti che reagiscono a queste differenze termiche dando alle arance un
caratteristico colore rosso
Ricetta:
Insalata di arance e alici di Sciacca con maionese all’extra
vergine di oliva di Val di Mazara…. Il perfetto connubio tra terra e mare
Alici fresche diliscate 50
gr
Succo di limone 30
dl
Aceto bianco 20
dl
Arance di Ribera DOP 1
Finocchi 50
gr
Olio evo 70
gr
Tuorlo uovo 2
Succo di limone 10
dl
Sale
Pepe
Focaccia
Fare al maionese. In una ciotola mettere i tuorli e
aggiungere l’olio a filo lentamente. A circa metà dell’olio aggiungere il succo
di limone, il sale e poi continuare con l’olio fino a quando sia ben densa. Far
riposare in frigo.
Mettere i filetti di alici a marinare nel succo di limone,
aceto e 30 dl di acqua con 10 gr di sale. Marinare 15 minuti. Tagliare il
finocchio a fettine sottili e lavare sotto acqua fredda, scolare e mettere in
una scodella. Sbucciare le arance, per poi togliere i segmenti e metterli nella
scodella dei finocchi, aggiungere dei ciuffetti di finocchietto selvatico e
condire il tutto con olio, sale e pepe macinato fresco. Affettare delle fette
sottili di arancia da adagiare sul piatto. Posare sulle arance l’insalata,
scolare i filetti e aggiungerli sull’insalata. Tostare la fetta di focaccia con
un cannello da pasticcere e servire con l’insalata.
Francesco Calabrese Giuseppe Pasciuta l’arancia di Ribera
storia, tecnica ed economia dell’arancia bionda siciliana . Potrete trovare su
questo indirizzo il libro
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