LA FRAGOLINA DI SCIACCA E RIBERA
di Gianluca Interrante
Quando parlo di cibo parlo di
ricordi, quasi tutti gli ingredienti con cui sono cresciuto sono legati a
qualche ricordo o persona, ma ciò avviene suppongo per tutti, si definisce il
cibo della memoria, ad essere i principali attori di tale processo sono
l’olfatto e il gusto che sono gli unici due sensi collegati all’ippocampo, che
è proprio il centro della memoria a lungo termine. Il loro marchio, quindi, è
indelebile. Ma cos’è il Cibo della memoria…. è quell’odore, quell’immagine che
ci travolge e ci stravolge improvvisamente, inevitabilmente, che ci riporta
indietro nel tempo, negli angoli più remoti del nostro passato, facendoci
ripercorrere attimi intrisi di gioia, ricordi di un’infanzia o di un episodio
particolare della nostra vita.
Il mio cibo della memoria oggi è la
fragolina….. giornate di primavera, il sole di Sicilia, profumo di fragolina,
dolce e inebriante, filari di bassi cespugli macchiati da queste piccole e
dolci bacche. Ricordo di andare dai miei zii che avevano un campo di fragoline
per aiutare alla raccolta, in realtà erano i miei che aiutavano, io ero lì per
la degustazione gratuita e i miei cugini. Ogni qualvolta che parlo della
fragolina quest’immagine ritorna vivida e vibrante davanti ai miei occhi. Gli
ammonimenti degli adulti a non calpestare le piante, il chinarsi a raccogliere
queste delizie. Sono passati più di 3 decenni ma ogni qualvolta entro in un
campo di fragoline quell’immagine mi pervade.
Ma cosa dire della fragolina ……. La
"capricciosa" viene chiamata. Delicata e profumata, piccola e
graziosa, è una delizia per il palato, perfetta se usata per confetture o
granite, ma il miglior modo di assaporarla è con le mani, colta direttamente
dai campi.
La fragolina di Sciacca e Ribera è
molto morbida, dai frutti globosi e rossi e si scioglie in bocca. Ma, come vi
raccontavo, essa è "capricciosa". La sua coltivazione è complicata e
laboriosa, proprio questo scorso anno osservavo i lavoratori tra maggio e
giugno e vedevo la fatica di stare piegati in due ed in precario equilibrio tra
i cespuglietti, tutto ciò senza contare la delicatezza che ci vuole nel
raccogliere le delicate bacche. Le piante sono tenute basse in piccoli
appezzamenti di terra chiusi tra piante fogliari alte per fermare l’azione
omicida del vento. Il vento Siciliano delle nostre coste è il vento Scirocco,
arido e sterile, che facilmente distrugge i raccolti e rovina le piantine di
fragoline in poche ore. Ricordo il 10 di giugno di quest’anno fortunatamente a
fine stagione di raccolta, venne una ‘sciroccata’ e facendo un salto presso i
campi dei miei amici notai che le piantine erano tutte bruciate, come se una
fiamma li avesse arrostite. le foglie tutte marroni i frutti rinsecchiti…. la
raccolta sarebbe potuta durare altri 15 giorni, ma era finita per quell’anno.
La fragolina di Sciacca e Ribera è un prodotto che ha diversi riconoscimenti, è un presidio Slow Food, ma è anche riconosciuta dalla regione Siciliana come prodotto agroalimentare tradizionale (PAT).
Ma voi vi chiedeste come è arrivata
la fragolina di bosco in Sicilia? di certo non è autoctona delle nostre zone.
La leggenda vuole che fosse stata portata in Sicilia da due soldati al tempo
della Grande Guerra che raccolsero le piantine dal sottobosco delle Alpi, e
avvolte in un fardello le trasportarono a piedi fino a Ribera. Qui le
trapiantarono nella valle del Verdura, a cavallo tra le due cittadine di
Sciacca e Ribera, dove la fragolina trovò il sole e la fertilità' della terra
Siciliana e si acclimatò perfettamente. Dagli anni ‘30 fù coltivata all’ombra
degli aranceti, famosi nella valle del Verdura, che garantivano riparo dalla
vento e creavano un ambiente umido e ombroso proprio come i grandi boschi del
nord. Poi, molte delle piantagioni furono trasferite nell'entroterra, sempre al
riparo tra gli ulivi secolari della contrada ‘Chiana’ o nelle colline di Caltabellotta,
dove un'associazione di agricoltori ha creato “La dea del profumo” una
cooperativa che gestisce i vari campi sparsi sul territorio saccense e
riberese. Ed è proprio lì che inizia la mia conoscenza della fragolina a 7 anni
nei campi della contrada ‘chiana’ di Sciacca, che significa pianura, una grande
zona pianeggiante dal fertile terreno ricca di uliveti secolari, e sempre lì
continua la mia storia da adulto e da amante del cibo siciliano, lì ho creato
un forte legame con gli agricoltori che con amore e sudore coltivano queste
deliziose fragoline uniche del loro genere grazie al sole e la terra di
Sicilia.
Amo utilizzare la fragolina nei
dolci ma riesco anche ad utilizzarla come elemento sapido in piatti caldi
trasformandola in una salsa agrodolce che si abbina benissimo ad un risotto al
caciocavallo e con un ragout di fave.
Una ricetta veloce di confettura di fragoline:
INGREDIENTI
500 gr di fragoline di Sciacca
100 gr di zucchero semolato
Buccia di 1\2 limone
Poche gocce di succo di limone
PREPARAZIONE
Mescolare tutti gli ingredienti e schiacciare con un
cucchiaio. Lasciare macerare per 2 ore. Cucinare il composto a fuoco lento per
30\40 minuti. Mettere in barattoli sterilizzati, chiudere il coperchio e
rovesciarli con il coperchio in giù fino al raffreddamento. Buon appetito con
la fragolina di Sciacca.
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